L’associazione Antigone Puglia ha avviato una serie di attività per monitorare l’emergenza Covid 19 negli istituti di pena; da tali risultati l’invito alle Istituzioni.
L’iniziativa è stata presa poiché il sovraffollamento penitenziario, la presenza di un elevato numero di detenuti con patologie pregresse, la carenza di dispositivi di protezione individuale creano le condizioni per la diffusione del contagio. Con il conseguente pregiudizio del diritto alla salute delle persone detenute e degli operatori del carcere. Il presidente regionale di Antigone, l’avvocato Maria Pia Scarciglia riporta le sollecitazioni di molti reclusi della Casa Circondariale di Lecce e rilancia a che si applichi della norma di cui all’articolo 123 del decreto legge 18/20. Ma accanto ai detenuti anche le loro famiglie hanno contattato l’associazione per avere informazioni sui loro cari e per conoscere lo stato dei contagi nelle nostre carceri. Inoltre, in moltissimi casi segnalati le istanze proposte dai detenuti non sono mai state evase, nel senso che non si è ancora avuto alcun pronunciamento da parte del magistrato di Sorveglianza.
Segue l’invito al presidente del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, Silvia Dominioni, di fornire un aggiornamento sull’andamento delle procedure avviate, in modo da poter verificare, con dati ufficiali, l’applicazione del decreto legge 18/20. «Sentiamo il dovere di chiedere alla magistratura, alle autorità competenti e all’amministrazione penitenziaria, investita oggi di un compito durissimo, di compiere ogni sforzo possibile per tutelare il diritto alla salute nelle carceri».
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Fonte: quotidiano di Puglia