A cosa pensiamo quando parliamo di mafie? In che modo realtà e racconto delle mafie si intrecciano nel dar forma a un immaginario in continua evoluzione?
A che cosa pensiamo quando parliamo di mafie? Come nascono le rappresentazioni della criminalità? In che modo realtà e racconto delle mafie si intrecciano nel dar forma a un immaginario in continua evoluzione? Le organizzazioni criminali negli ultimi decenni sono state protagoniste di una massiccia esposizione mediatica. Modelli, miti e codici si sono adattati e integrati con la società dei consumi e dei mezzi di comunicazione di massa, sono entrati prepotentemente nel cinema, nel web, nel marketing, sino a conquistare il centro della scena. Un fatto, questo, essenziale per l’analisi e la comprensione del fenomeno mafioso nel suo complesso, poiché stereotipi e rappresentazioni sono per le stesse organizzazioni criminali un potente strumento per affermare la loro esistenza e il loro potere.
Marcello Ravveduto insegna Digital Public History alle Università di Salerno e di Modena e Reggio Emilia. È componente del Consiglio direttivo dell’Associazione italiana di Public History; del comitato scientifico della Biblioteca digitale sulla camorra e sulla cultura della legalità dell’Università Federico II di Napoli; direttore scientifico della Galleria virtuale sulle mafie e l’antimafia nella Casa/Museo Joe Petrosino. Tra i suoi scritti, Il sindaco gentile. Gli appalti, la camorra e un uomo onesto. La storia di Marcello Torre (Melampo, 2016), La nazione del miracolo. L’Italia e gli italiani tra storia, memoria e immaginario (Castelvecchi, 2018).