Marcello Seclì, Presidente dell’associazione ambientalista sez. Sud Salento, scrive dalle pagine del Quotidiano “Nulla sarà come prima nulla potrà e nulla dovrà essere più come prima”. Invito ad un ripensamento operoso.
Ora più che mai è necessario parlare ed affrontare più approfonditamente delle tematiche che – direttamente o indirettamente – riguardano l’ambiente (a livello globale e locale) in quanto «non possiamo illuderci di potere essere sani in un mondo malato», come ha detto di recente Papa Francesco.
Da mezzo secolo tali argomenti sono stati sempre più oggetto di discussione e di mobilitazione a livello mondiale (per quanto già da alcuni decenni si fossero interessati scienziati, economisti, giornalisti ed alcuni politici) soprattutto in occasione della “Giornata mondiale della Terra” che, dopo il disastro petrolifero che si verificò in California nel 1969, il Senatore Gaylard Nelson volle istituire, coinvolgendo i movimenti studenteschi, e che da allora si celebra ogni anno in quasi tutte le nazioni del mondo.
Certamente non è che in un giorno dell’anno possono essere affrontati e - magari - risolti problemi di portata globale: è indubbiamente necessario - oltre che urgente - che di questi argomenti se ne parli ogni giorno (come in parte avviene su alcuni media) e - soprattutto - che si agisca nelle scelte perché delle dichiarazioni e dei protocolli non rimangano solo buone intenzioni, come spesso è avvenuto sino ad oggi, creando nei cittadini - soprattutto nelle nuove generazioni - aspettative che non si concretizzano.
In provincia di Lecce la “Giornata mondiale della Terra” si celebra soltanto da alcuni anni a partire dal 2012, allorquando un altro Senatore (Giorgio De Giuseppe, allora difensore civico della Provincia) volle avviare l’iniziativa coinvolgendo Istituzioni locali, scuole e associazioni affinché si potesse ampliare anche nel nostro territorio (per quanto già non si facesse) la conoscenza e la sensibilizzazione sulle tematiche riguardanti il nostro Pianeta.
Finita l’esperienza del difensore civico (per la sopraggiunta riforma delle Province), la Sezione Sud Salento di Italia Nostra, che aveva già preso parte all’iniziativa avvita da De Giuseppe, pensò di proseguire tale manifestazione a livello provinciale ritenendola necessaria ed opportuna per favorire quei processi di partecipazione, di conoscenza e di sensibilizzazione delle diverse comunità del nostro territorio su argomenti che risultano centrali nella vita di ognuno.
L’esperienza di questi mesi per l’emergenza sanitaria ci ha messi nelle condizioni di riflettere sulle priorità, di valutare i nostri comportamenti, di dare valore alla comunità di appartenenza e condividere alcune scelte, sia a livello locale sia planetario.
Oggi più che mai ci siamo resi conto che ogni essere vivente ed ogni comunità (piccola o grande) deve necessariamente fare i conti con la disponibilità delle risorse naturali se vuole garantirsi un futuro! Per questo risulta indispensabile conoscere le condizioni del nostro ambiente, l’uso che se ne fa delle risorse e quali possono essere le prospettive e le scelte da compiere a breve e lungo termine.
Nella realtà salentina lo stato di salute del nostro ambiente non è certamente tranquillo, anzi per alcuni aspetti è sempre più grave in ragione di una serie di indicatori che vari organismi di ricerca ci forniscono e in relazione ai quali le matrici ambientali (aria, acqua, suolo) risultano sempre più compromesse. A tal fine è utile analizzare ancora una volta i dati del Rapporto sull’ambiente che annualmente l’Ispra ci mette a disposizione e da cui si rilevano una serie di dati negativi che ci devono far riflettere e che ci devono indurre ad adottare urgentemente provvedimenti ad ogni livello prima che la situazione risulti - come in parte lo è - irreversibile.
Dall’inquinamento dei terreni - da cui ne conseguono gli effetti sulle altre matrici ambientali (tra cui aria ed acqua) - all’inquinamento elettromagnetico, fattori che spesso sono causa di una serie di problemi sanitari e di nuove patologie che nel Salento toccano sempre più picchi allarmanti, dal consumo e alla desertificazione del suolo (la provincia di Lecce è la prima in Puglia e tra le prime aree a livello nazionale) all’inadeguato smaltimento e recupero dei rifiuti, dalle diverse fitopatie (che hanno interessato gran parte degli uliveti e di altre specie arboree) agli incendi boschivi, dallo sperpero di e inadeguato uso dell’energia all’inquinamento luminoso, anche su questo fronte la provincia di Lecce è tra le prime in Italia!
Sicuramente in questi anni qualcosa si è cercato di fare nella giusta direzione ma - nel contempo - molto si è continuato e si continua a fare nella direzione opposta: infatti enormi risorse finanziarie continuano ad essere destinate - a livello nazionale e regionale - per la costruzione o ammodernamento di arterie stradali sovradimensionale (il pensiero corre inevitabilmente alla S.R. n.8 e alla S.S. 275), rilevante risulta ancora la produzione di cemento e l’espansione di cave (dal porto di Gallipoli ora partono solo navi cariche di cemento), enormi sono le risorse private che ancora vengono impegnate nella cementificazione ed alterazione delle nostre coste e delle nostre campagne con villette e villettopoli, con relativo depauperato del suolo per l’agricoltura e irrimediabilmente alterazione di paesaggi e di habitat naturali.
Per queste ragioni e con il primario dovere di affidare alle nuove generazioni (che oggi sempre più rivendicano - giustamente - il diritto a vivere in un territorio salubre e bello) bisogna invertire subito la tendenza a partire dai bilanci del Governo, delle Regione e degli enti locali: dal risanamento e alla salvaguardia idrogeologica del territori, dalla rinaturalizzazione all’imboschimento di ampie fasce di territorio e delle numerose aree intercluse tra le arterie stradali, dal sostegno alla medicina territoriale e alla riconversione di molte attività produttive in termini ecologici ed ambientali.
Sono queste le azioni che potranno risanare le numerose “malattie” che oggi affliggono i nostri territori e le nostre popolazioni e che risulteranno l’unica strada per poter consentire uno sviluppo - realmente sostenibile – ed offrire ai nostri giovani l’opportunità di poter vivere e lavorare sul proprio territorio.
*Presidente Italia Nostra – Sezione Sud Salento