Sono belle espressioni di carattere e capacità quelle di Cris, Miki e dell’esercito di disabili youtuber che spopolano online, ciascuno con le proprie passioni e talenti.
Gli youtuber sono figure che stanno cambiando le regole della comunicazione, anche in Italia. E negli anni del cyberbullismo e dell’hate speech, Internet dimostra ancora di essere soprattutto uno spazio “inclusivo”. Giovani con disabilità fanno sentire la propria voce, caricando sul web la loro musica e i loro video, diventando artisti o youtuber famosi. Come è successo a Cristiano Rossi, alias Cris Brave. Amante della musica fin da bambino, ha deciso di sbarcare sui social per far conoscere a tutti la propria passione. Cris ha la tetraparesi spastica e vive in provincia di Bergamo, ma il suo nome è conosciuto ben oltre i confini bergamaschi.
Nel 2015 ha prodotto il suo primo album rap dal titolo “Broken heat”, che si può ascoltare sulle più importanti piattaforme musicali, da iTunes a Spotify. Oggi ha poco più di 20 anni, oltre 48mila follower su Instagram e sul suo canale YouTube, con oltre 3mila follower, si racconta così: “Diversi motivi mi hanno spinto a fare musica, come bullismo e poca autostima. Qui un disabile è visto come un marziano, ma la musica è per tutti. La musica non giudica. La musica può arrivare ovunque, anche se io fisicamente non posso”. C’è un altro motivo per cui Cris fa musica, aggiunge: “È per avere la possibilità di crearmi la mia indipendenza. Vorrei potermi pagare l’assistenza a casa e magari andare a vivere da solo con una persona che mi possa seguire, per fare una vita più normale possibile”. Cris è un rapper e nelle sue rime ci sono anche le difficoltà che vive ogni giorno. ” Ho iniziato –spiega- questo percorso musicale per un senso di rivalsa personale e per tutti i ragazzi disabili”.
La passione che muove Cris è tale che in men che non si dica lo ha portato fin sopra al palco di J-Ax e Fedez a San Siro, lo scorso maggio, dove si è esibito davanti a 80mila persone. Un obiettivo ambizioso, ma Cris Brave sogna soprattutto l’autonomia. Ed è per questo che ha lanciato sul web una campagna di crowdfunding per poter sostenere le spese che l’indipendenza comporta. “Sono una persona che non vuole rassegnarsi al proprio destino, ma che vuole rendersi indipendente in tutti i sensi. In Italia, le persone come me nascono con un percorso di vita già scritto, fatto di dipendenza dagli altri, mentre quello che vorrei è potermi sentire libero di essere me stesso”. Youtuber “purosangue” è invece Miki (Michele Spanò, 25enne comasco), che sulla piattaforma ha creato il canale “Storto ma non troppo”. Le statistiche parlano da sole: dal settembre 2016 i suoi video hanno superato 6,3 milioni di visualizzazioni. Su YouTube ha oltre 120mila iscritti, a cui si aggiungono più di 16.300 follower su Instagram. Nonostante la disabilità fisica che gli impedisce di utilizzare bene gli arti superiori, Miki è diventato in pochi anni un “volto” del web. Si esprime in maniera diretta, senza giri di parole. Come ama definirsi, è “il disabile più pazzo del web”. Basta guardare uno degli ultimi video, dove cerca di mangiare, nonostante le difficoltà, una porzione di sushi di quasi mezzo metro di altezza: la “più grande del mondo”, assicura. Le sue performance sono esilaranti, come quando cerca di “spaccare otto uova di Pasqua in soli due minuti”.
È l’autoironia la forza di Miki. Lo si capisce dalla sigla che precede ogni video, ma anche dai titoli dei suoi post: per esempio “Non fatevi mai preparare la colazione da un disabile” oppure “Come rimorchia un disabile in palestra”, oltre alla sua rubrica “In cucina con lo Storto”. La montagna di like e commenti che raccoglie ogni volta è la misura del successo che riscuote il suo humor e il suo modo di raccontare la disabilità. MMB
fonte : GA Redattore Sociale