Il 14% degli italiani è pronto a inserire nelle disposizioni testamentarie un lascito; il 3% ha dato già dato indicazioni mentre l’11% è intenzionato a farlo. Così facendo, il terzo settore, potrà contare su circa 129 miliardi di euro provenienti da eredità e lasciti.
Il 13 settembre è la giornata del testamento solidale, uno strumento che oltre a raccogliere in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna – ovvero “fare del bene” attraverso capacità di analisi e programmazione grazie all’individuazione di partner pubblici e privati, nazionali e internazionali più adatti a raggiungere, insieme, lo scopo prefissato – ne aggiunge una, fondamentale: permette anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata come quella di chi detiene grandi patrimoni di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un “bene comune”. Perché anche una piccola somma di denaro può “fare la differenza” nell’ambito di una filantropia che diventa, realmente, con il testamento solidale, alla portata di tutti e offre un prezioso sostegno al Terzo Settore, pilastro indispensabile di un welfare che i tradizionali sistemi di tutela non sono più in grado di garantire. La pratica del testamento solidale si sta facendo sempre più strada nel nostro Paese. Stando ai numeri, infatti, tra gli oltre 32 milioni di Italiani che hanno sostenuto negli ultimi anni una causa benefica, aumentano coloro i quali hanno scelto di donare attraverso le ultime volontà. Dall’ultima indagine GFK Italia del 2016 per il Comitato Testamento Solidale, è emerso che il 14% degli italiani è pronto a inserire nelle disposizioni testamentarie un lascito; il 3% ha dato già dato indicazioni mentre l’11% è intenzionato a farlo. Non solo, da una stima elaborata dall’Osservatorio Fondazione Cariplo, potenzialmente da qui al 2030, la propensione degli italiani verso il lascito solidale continuerà a salire: circa 420.000 famiglie italiane utilizzeranno il testamento solidale per lasciare in beneficenza parte del proprio patrimonio in favore di cause sociali, scientifiche e umanitarie, nel rispetto dei diritti dei propri eredi. Così facendo, il terzo settore, potrà contare su circa 129 miliardi di euro provenienti da eredità e lasciti.
Inoltre, per diffondere la cultura dei lasciti solidali e rispondere a quanti ancora non sanno a chi rivolgersi, le organizzazioni del Comitato Testamento Solidale hanno creato il sito www.testamentosolidale.org e l’omonima guida. Due strumenti che offrono una esaustiva panoramica sul tema del lascito, dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico, segreto) alla quota “disponibile” di patrimonio che può essere destinata ad un lascito solidale (una qualsiasi somma di denaro, un bene mobile o immobile, la polizza vita, azioni o titoli d’investimento).
Cose importanti da sapere sul testamento solidale:
- Cosa si può donare: il testatore può decidere di devolvere una parte del proprio patrimonio sotto forma di denaro, azioni, titoli d’investimento; un bene immobile (casa, appartamento, terreni); un bene mobile (macchina, arredi, gioielli, opere d’arte).
- Chi usufruisce di un testamento solidale: per avere valore, il testatore deve esplicitare il nome della persona fisica o giuridica, incluse le organizzazioni non profit che beneficerà della donazione.
- Trasferimento in vita del lascito solidale: il testatore può donare i propri beni mentre è ancora in vita, evitando all’intestatario di trovarsi coinvolto in lunghi iter processuali. Quindi, il lascito non è a titolo di donazione bensì come corrispettivo per un servizio di assistenza poiché, in cambio del bene o della somma di denaro donata, l’organizzazione si impegna ad assisterlo finché in vita.
- Il Testamento solidale può essere modificato: sia che si tratti di un testamento pubblico, olografo o segreto il testatore può decidere, in qualsiasi momento, di revocare le sue volontà inserendo la formula di rito “Revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria”.
- In assenza di testamento e eredi: il patrimonio viene diviso tra parenti, a cominciare dai più stretti fino ad arrivare ai più lontani (6°grado di parentela). Nel caso in cui il defunto non ha parenti entro il sesto grado di parentela la sua eredità andrà devoluta allo Stato. MMB
Fonte: redattore sociale.