Non c’è solo il land grabbing, l’accaparramento della terra che fagocita, in particolare, il continente africano. Nella smania neoliberista di possedere le risorse naturali, anche l’acqua è diventata oggetto di scontri commerciali, tensioni sociali e guerre internazionali. Tanto più che l’«oro blu» sta diventando un bene molto prezioso: entro il 2030 una persona su due al mondo vivrà in zone ad elevato stress idrico.
Già oggi multinazionali che imbottigliano l’«acqua del sindaco» rivendendola a peso d’oro mettono le mani su sorgenti, laghi e fiumi. Perché acqua ne serve molta, anzi moltissima. Per tutto. Per produrre la Coca-Cola che viene quotidianamente venduta servono ogni giorno 75 miliardi di litri di acqua.
In queste pagine si viaggia dal Michigan del fracking al Bangladesh delle falde superinquinate, si percorre il Mekong «assediato» dal sale marino e si toccano con mano - in Swaziland, Brasile e altrove - gli effetti delle monocolture sulla possibilità, per i poveri, di avere acqua per mangiare, bere e lavarsi. In pratica, per vivere.
Un viaggio intorno al globo molto documentato, appassionato e appassionante, per conoscere un problema che riguarda milioni di persone, soprattutto gli ultimi. La geopolitica e l’economia iniziano a fare i conti con l’acqua, anzi, con la sua mancanza. Qui si comprendono il dove, il come e il perché di una questione che ci tocca tutti. Non solo quando abbiamo sete.